Almeno su questo, il presidente Donald Trump sta mantenendo la parola. Al di là delle sue controverse azioni politiche in tema di muri ed immigrazione, c’è da dire che ha rispettato il patto contratto in campagna elettorale con il crescente mondo pro-life, compattatosi e infoltitosi durante il disastroso mandato di Barack Obama.
Dopo aver piazzato il cattolico Brett Kavanaugh a far pendere l’ago della bilancia della Corte suprema degli Stati Uniti a favore della vita e della famiglia, tre giorni fa ha nominato la neurobiologa Maureen Condic membro del National Science Board, l’agenzia governativa che sostiene la ricerca nei campi non-medici della scienza e dell’ingegneria. Vi lavorerà per i prossimi 6 anni.
La Condic è docente presso la School of Medicine dell’Università dello Utah ed è nota per il suo lavoro sulla riparazione del midollo spinale, ma è anche un’esperta a livello internazionale sull’embriologia e l’inizio della vita umana. «Sono solo felice dell’opportunità di servire il mio paese e la più grande comunità scientifica», ha dichiarato. E’ una devota cattolica e nel 2013 ha testimoniato in un tribunale a sostegno di un disegno di legge che avrebbe limitato l’aborto, dimostrando ai legislatori che il feto umano può percepire dolore già a partire dall’8° settimana dal concepimento, in quanto «il circuito neuronale responsabile della risposta più primitiva al dolore, il riflesso spinale, è in atto dopo otto settimane di sviluppo». «Imporre dolore a qualsiasi creatura vivente capace di dolore è crudeltà. Dobbiamo semplicemente decidere se sceglieremo di ignorare il dolore del feto o no», aveva sottolineato la neuroscienziata.
Nel 2014 Papa Francesco l’ha nominata membro corrispondente della Pontificia Accademia della Scienza. Il vescovo emerito di Salt Lake City, John C. Wester, aveva rivelato che la Condic «è sempre stata davvero una sostenitrice del messaggio a favore della vita umana e lo ha fatto con grande sacrificio personale. Non è sempre stato facile per lei, ha sofferto a livello professionale a causa della posizione molto forte che ha assunto nel difendere la vita, eppure non ha vacillato. È stata molto coerente nel promuovere la santità della vita umana come un dono di Dio».
Oggi, invece, proprio grazie alla coerenza e alla sua scelta controcorrente, è arrivata ad occupare uno dei posti più ambiti per i ricercatori scientifici, fornendo consulenza tecnica al Congresso americano. «Si è liberi di definirmi come si vuole. Ma chiamarmi “neuroscienziato pro-life” suggerisce che un insieme di punti di vista prestabiliti stiano guidando l’analisi etica e scientifica e penso che questo sia assolutamente il contrario della realtà», ha però voluto precisare Maureen Condic. «Il mio lavoro non è quello di controllare l’interpretazione di ciò che dico, il mio compito è quello di presentare con precisione i fatti». Buon lavoro!
fonte UCCR